Come affrontare la rabbia in una relazione?

Poche settimane fa sono stato invitato da un’associazione del luogo a tenere una serata su un tema molto interessante: la rabbia all’interno delle relazioni! La domanda a cui mi hanno chiesto di rispondere era: “come affrontarla? Va bene o va male? Come bisogna comportarti in certi casi?”. In questo articolo cercherò di riassumere i punti principali del mio intervento.

E’ importante premettere che non esiste un manuale su come ci si deve comportare in ciascuna situazione! Ogni nostro comportamento, infatti, può avere un suo senso in un determinato contesto e in una data situazione. Come è emerso dalla discussione con il gruppo dei partecipanti, una cosa è se ci fa arrabbiare il nostro partner, una cosa se lo fa il nostro capoufficio! Sarà difficile che io possa reagire nello stesso identico modo in entrambi i casi. Diventa quindi più adattivo riuscire a cogliere i fattori che hanno portato alla mia rabbia e capire quanto posso sfogarla e quanto invece è meglio fare finta di nulla.

Inoltre, non bisogna sposare l’idea che la rabbia sia una cosa negativa! Essa è, invece, un’emozione presente fin dalla nascita. Ha la funzione di attivare risposte protettive, difensive e di sopravvivenza ed è presente sia nei primati che negli esseri umani. Inoltre, riveste un ruolo centrale nell’educazione. Infatti imparare a gestire le risposte aggressive spesso è un compito che i genitori portano avanti durante tutta l’infanzia. Perché, se è vero che è presente fin dalla nascita e che svolge una funzione necessaria, è anche vero che è fonte di molte difficoltà e di problemi soprattutto nella sfera relazionale.

Cosa fare quindi?

Come ho già detto, non esiste un manuale! Tuttavia, vi sono alcune linee guida che è possibile seguire per fare in modo che la rabbia non influisca in modo negativo sulle nostre relazioni significative!

  • Non evitare il conflitto! Se è vero che a volte bisogna controllarsi, è anche vero che non bisogna per forza tenerci tutto dentro. A volte è meglio affrontare la propria rabbia e condividerla con chi ci sta accanto, a patto di farlo in modo da non recare danno a nessuno. Deve essere un modo per esternare i propri pensieri, non per ferire l’altra persona.
  • Prestare attenzione alle proprie sensazioni fisiche («come mai mi sento così…?»)
  • Fare attenzione al proprio non verbale («cosa sto trasmettendo in questo momento?»)
  • Imparare a mettere da parte l’orgoglio
  • Non farsi problemi a prendersi una «pausa» per riflettere prima di parlare
  • Ricordarsi che si può sempre tornare indietro! Raramente esistono errori così gravi che non si può rimediare
  • Ricordarsi che non ci sono linee guida
  • Ricordarsi che siamo tutti umani

Altre linee guida sono emerse dal confronto di gruppo alla fine della serata:

  • avere tatto anche nel condividere la propria rabbia
  • usarla per fare chiarezza, condividere i propri pensieri
  • capire quando è utile far sfogare la propria rabbia e quando è meglio controllarsi
  • adeguarsi al contesto e a chi ci sta di fronte
  • mettere da parte l’orgoglio, quando necessario
  • confrontarsi con chi è esterno alla discussione (e può avere un giudizio più obbiettivo)

 

 

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