Il sessuologo è un professionista opportunamente formato per occuparsi dei disturbi della sfera sessuale: si tratta di tutti quei disturbi psico-emotivi che si manifestano nella sfera dell’intimià, a livello individuale oppure di coppia.
Generalmente è opportuno, come primo passaggio, verificare l’assenza di problemi fisici o disturbi psicologici secondari, attraverso un’opportuno esame medico; essi infatti potrebbero essere la causa dei disturbi riportati. Una volta esclusa l’eventualità, il sessuologo si occuperà delle cause, dei sintomi e degli effetti sul singolo e sulla coppia del disagio.
Andare dal sessuologo nell’era dell’immagine
Nel contesto storico e sociale in cui ci troviamo, la sessualità e spesso considerata in modi piuttosto contraddittori e spesso basati su falsi miti e pregiudizi errati. Da un lato siamo spesso esposti fin da giovanissimi a immagini e comportamenti ipersessualizzati: la pubblicità, i film, la pornografia spesso oggettivizzano il corpo femminile e alludono o trattanoil tema del sesso in maniera errata o stereotipata. Questo genera, inevitabilmente, false attese, pregiudizi, frustrazioni, paranoie, legate al fatto che la realtà non è come ci è stata proposta; pensiamo ad esempio alle dimensioni dei genitali maschili, alla forma dei genitali femminili, alla durata di un rapporto sessuale, e via dicendo. Alcune persone partono quindi dall’aspettativa che a letto le cose debbano andare in un certo modo, secondo certi canoni a prescindere dalla persona che hanno davanti e provano frustrazione e imbarazzo quando poi le cose non vanno secondo tali aspettative.
Di sesso si parla fin troppo, di sessualità – intesa come dimensione di intimità, piacere e espressione creativa individuale e relazionale –, ma se ne parla poco sia in famiglia che col partner. Ma la sessualità, va sottolineato, non è una dimensione individuale, ma relazionale: è uno scambio e un linguaggio comunicativo, persino nel caso di rapporti fugaci e occasionali.
Andare dal sessuologo significa anche riappropriarsi di questo valore relazionale della sessualità e uscire da stereotipi e condizionamenti che ingabbiano l’espressione individuale e della coppia: ci sono tanti modi di fare l’amore quante sono le persone al mondo.
Andare dal sessuologo: riconoscere il problema
La sessualità può essere un segnale importante di problemi, conflitti o blocchi emozionali che possono riguardare la persona e la coppia nel suo insieme. Si tratta di un’area così centrale per la nostra identità psico-corporea che non è infrequente che vi si rispecchino sia stati di benessere e felicità (pensiamo a quante coppie in difficoltà riescono a concepire non appena abbandonano calcoli e ossessioni e si concedono la spontaneità dei loro incontri) che momenti o aspetti di criticità e conflitto.
La classificazione dei disturbi che possono riguardare la sfera sessuale sono diversi e ben definiti nei manuali diagnostici. Tuttavia è importante considerare che in ogni persona che li manifesta assumeranno significati anche molto diversi a seconda della sua storia personale, dell’intimità della coppia, del tempo trascorso dalle prime manifestazioni del problema.
Come riconoscere se c’è un problema? La sessualità non è quella omologata dei film o (peggio) dei set dei video pornografici; inoltre si può manifestare in molte e variegate espressioni (anche all’interno di una stessa coppia). Ognuno avrà le sue preferenze, le proprie avversioni, le personali fantasie (condivise o meno col partner); a meno che queste caratteristiche non ledano la sicurezza o la dignità delle persone o degli esseri viventi, sono veramente poche le espressioni della sessualità umana che, al giorno dì’oggi, possono di per sé stesse essere ritenute patologiche o disfunzionali. Un determinato comportamento sessuale – o la mancanza di esso – diventa un problema soprattutto quando:
- è fisso e non ammette alternative (es. non c’è nulla di patologico del prediligere una determinata parte del corpo o qualunque altra cosa come fonte di eccitazione, può essere limitante se in assenza di tale specifica e parziale stimolazione non si riesce a vivere l’incontro sessuale);
- danneggia la gratificazione sessuale di uno o di entrambi i partner
- limita o danneggia la vita personale, sociale o lavorativa della persona (pensiamo a chi dedica talmente tanto tempo della giornata a vedere video pornografici da togliere tempo a tutto il resto).
Andare dal sessuologo: adattarsi ai cambiamenti
In molti casi non è detto che la sessualità risenta di una disfunzione o problema definito a livello diagnostico, ma che sia comunque condizionata da problemi di coppia, difficoltà personali, momenti della vita che costringono i partner a modificare la natura dei propri incontri (si pensi alla transizione dalla gravidanza alla maternità, alla terza età, a problemi di salute che possono limitare in vari modi la coppia). Alcuni riescono a riadattarsi e a reinventare in grande o minima parte i modi per vivere la sessualità di coppia. Altri possono avere difficoltà ad adattarsi ai cambiamenti e vivere anche nella sessualità un momento di noia o di “stallo”. Anche in questi casi la consulenza di un sessuologo può aiutare a rimettere in moto le risorse individuali e della coppia.
Altre volte, la sessualità può essere condizionata da falsi miti e pregiudizi: come abbiamo visto prima, paranoie sul proprio corpo o sulle proprie “performance” tra le lenzuola. Tanto per citare un esempio, recentemente ho avuto in studio un uomo che riportava una disfunzione erettile; quel caso ha avuto una buona risoluzione nel momento in cui il cliente ha imparato a vivere la sessualità come gioco e divertimento in coppia, invece che come una gara in cui doveva dimostrare la sua bravura.