Perché una rubrica sul cinema?

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Anche se ho già avuto modo di pubblicare articoli e recensioni su pellicole cinematografiche, mi sembrava opportuno spendere due parole sul motivo per cui dedicare un’ampia parte di questo spazio a un argomento che in apparenza potrebbe sembrare distaccato dall’ambito più ristretto del lavoro che faccio, ovvero il sostegno psico-educativo per minori e adulti.

In realtà la prima ragione è puramente personale: chi scrive, infatti, è da anni un fervente appassionato della settima arte, e ha dedicato una consistente quantità di tempo alla visione di film e di trailer cinematografici, nonché alla lettura di articoli, recensioni e quant’altro viene pubblicato sull’argomento. Se questa passione è nata in tenera età dalla visione di pellicole di quegli anni e anche parecchio antecedenti (sono nato all’inizio degli anni ‘80, ma sono cresciuto con i film di Charlie Chaplin, Buster Keaton, Laurel & Hardy, Spielberg, Huston e molti altri) nel corso del tempo si è trasformato in un vero e proprio campo di interesse, grazie soprattutto al fatto (molto spesso criticato) che di film se ne sono fatti su qualsiasi argomento. Questo mi ha permesso di apprendere esperienze e nozioni su molti temi, dalla storia, alla fantascienza, al matrimonio,… La lista potrebbe continuare all’infinito. Anche nel periodo in cui sto scrivendo continuo a leggere articoli e visionare film su molteplici tematiche, senza trascurare ovviamente alcune pellicole con uno scopo prevalentemente ludico e senza grandi messaggi tra le righe (tanto per dirne una, mi è capitato recentemente di visionare “fast & furious 6” di Justin Lin, che di psicologico ha ben poco! Lascio a voi ulteriori commenti…).

La seconda ragione è collegato alla prima, ma anche al mestiere che faccio. Nasce infatti spontaneo, per chi fa la mia professione o anche solo per chi mastica un pò di psicologia, iniziare a vedere in molte pellicole notevoli aspetti e temi psicologici, che a volte possono risultare secondari, ma altre volte decisamente non lo sono; tanto per fare qualche titolo, della prima categoria possono fare parte film come “Stand by me” di Rob Reiner o “The Truman SHow” di Peter Weir, mentre del secondo “Ragazze interrotte”  di James Mangold o “Will Hunting – Genio ribelle” di Gus van Sant. In realtà, più si va avanti in questo mestiere e più si notano tematiche di rilevanza nella maggior parte dei film che si vede. Ovvio, qualche volta di più e qualche volta di meno. A ben guardare, se è vero che dove c’è l’uomo c’è la psicologia, allora in ogni film potremmo vedere qualcosa di rilevante ai nostri fini! Ma se questo è vero, è altresì vero che alcune pellicole sono talmente ben costruite da essere degne di una lezione alla facoltà di psicologia o anche in una scuola di psicoterapia. Mi vengono in mente film come “Anna dei miracoli” di Arthur Penn, “Memento” di Christopher Nolan, “Come due coccodrilli” di Giacomo Campiotti, “Don Juan de Marco” di Jeremy Leven e molti altri, che non a caso hanno fatto parte della mia formazione accademica. Alcuni di essi, sottolineo per concludere, sembrano fatti talmente bene da far dubitare del fatto che dietro alla sceneggiatura non ci fosse un pool di esperti psicologi (vedi ad esempio il succitato “Will Hunting”).

Questi, in sostanza, i motivi per cui in questo blog potrete trovare uno spazio dedicato alla settima arte. Potrà essere che, in qualche modo, condividerete se non il giudizio estetico del film gli stessi messaggi tematici che io ho ritrovato in ogni pellicola che ho visionato e recensito. In caso contrario, la condivisione di una diversa lettura non farà che impreziosirne ogni altra!

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