Terapia via Skype: breve feedback dalla quarantena

Durante i giorni di Coronavirus e conseguente quarantena, noi psicologi abbiamo dovuto modificare il nostro modo di lavorare. Il decreto del governo permette gli spostamenti solo in casi di necessità, come la salute, e quindi i colloqui psicoterapeutici; tuttavia, anche per un discorso di maggiore sicurezza, molti hanno scelto di interrompere momentaneamente gli incontri oppure di spostarli in modalità online. Parlando per la mia esperienza, era parecchio tempo che cercavo di investire sulla cosiddetta e-therapy, oggi più comunemente detta terapia via Skype. Mi erano anche capitati alcune richieste dall’estero, a cui potevo rispondere solo attraverso questa modalità.

Per fortuna, la maggior parte dei pazienti ha accettato di buon grado questo cambiamento, consapevole che si trattava di una soluzione temporanea; inoltre, è stata mia cura rassicurarsli che, a quanto dice la letteratura ma anche la mia esperienza, l’efficacia è simile alla terapia con setting più tradizionale.

Parlo di Skype anche se avevo provato anche altri portali, come le videochiamate di WhatsApp o Zoom; tuttavia, ritengo personalmente che il più versatile e professionale allo stesso tempo sia proprio Skype.

In questi casi è opporuno discutere con i clienti dei cambiamenti; solitamente la paura maggiore che loro riportano è quello che qualcuno possa sentire, soprattutto a casa loro. Non possono però neanche sapere se qualcuno è presente nella nostra stanza; può quindi essere utile parlarne, magari dotarsi di cuffie professionali in modo che siano rassicurati su chi può ascoltare, e fare in modo che loro facciano altrettanto.

L’imbarazzo generale dura qualche minuto, nella maggior parte dei casi; dopo, la natura della terapia prende il sopravvento e si riesce solitamente a proseguire bene.

Molta letteratura sottolinea che una seduta in Skype deve durare sui 35-45 minuti, perchè una quantità maggiore di tempo non è facilmente sostenibile. In realtà, in questi giorni sto notando che dipende molto dal cliente e dalla sinergia che instauriamo con lui. Così come avviene in studio, tendo a chiudere il colloquio dopo 45-50 minuti, lasciando il tempo per fissare un altro appuntamento ma soprattutto chiedere un feedback! Ritengo che questo sia molto importante, perchè permette a noi di automigliorarci e ai clienti di sentirsi compresi e accolti.

In conclusione, sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla buona accoglienza di questa nuova modalità; qualcuno addirittura, magari perchè abita distante dal mio studio, mi ha chiesto di poter coninuare online anzichè nel setting tradizionale. Penso che la cosa sia importante sia rassicurare il cliente, ascoltarlo, condividere con lui che si tratta di una cosa nuova, magari solo momentanea. Ma ritengo anche che potrebbe essere l’occasione per riflettere su strumenti nuvoi, che potrebbero essere ancora più sfruttati. Potrebbe essere una delle strade per il futuro della nostra professione.

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