Vite digitali: intervento al Festival Filosofico di Treviso

In questi giorni a Treviso si sta svolgendo il Festival Filosofico: 10 appuntamenti per parlare di argomenti molto importanti e attuali, dal digitale, all’empatia, all’integrazione.

Mi hanno invitato, insieme a qualche altro relatore, a tenere una serata intitolata “Vite digitali: identità, pensieri e relazioni nell’età della rete e dei social network“. Locadine, quotidiani e social hanno pubblicizzato l’evento nei giorni scorsi.

La cosa piacevole è stata la notevole affluenza di pubblico, molto variegata dal punto di vista dell’età; si è cercato di rispondere ad alcune domande molto attuali come:

  1. come cambia l’identità quando siamo in Rete?
  2. come cambiano le relazioni all’interno del mondo online?
  3. che differenza c’è tra bullismo e cyberbullismo?
  4. è giusto accusare i social?
  5. come sta cambiando l’apprendimento?
  6. cosa sanno gli adolescenti di queste dinamiche?
  7. cosa accade al corpo in un’epoca in cui quasi tutto è digitale?

Il pubblico ha partecipato attivamente, chiedendo approfondimenti e riportando esperienze concrete, che ci hanno permesso di ampliare il discorso e mettere in chiaro alcuni punti fermi.

Non voglio qui dilungarmi su quanto è stato detto, in quanto speriamo di poterlo fare in modo più approfondito in un’altra sede. Vorrei tuttavia evidenziare alcuni punti che, ci auguriamo, il pubblico si sia portato a casa.

  1. Internet è sempre più presente; la nostra vita e la nostra quotidianità difficilmente si possono esimere dal farci i conti;
  2. Internet non è di per sè buono o cattivo; come tutti gli strumenti, dipende dall’uso che se ne fa e dalla consapevolezza che si ha;
  3. Non esiste reale vs virtuale (anche ricordando le parole di Pierre Levy): il mondo online e offline sono interconnessi, non nettamente separati;
  4. Internet ci sta cambiando, anche a livello neurologico (ma si chiama evoluzione);
  5. Una cosa che chiunque di noi può fare è prendere consapevolezza di quanto sta accadendo, non facendosi condizionare dai pregiudizi ma mantenendo un senso critico;
  6. Insegnare alle future generazioni cos’è il corpo, la sessualità, le emozioni (che stanno scomparendo, dato che la comunicazione è prevalentemente digitale); ma per farlo, dobbiamo essere preparati anche noi!

Grazie a tutti quelli che hanno partecipato!

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